Nella cultura culinaria dell’Isola, il pesce spada è considerato il più nobile dei pesci e soprannominato, soprattutto nel territorio dello stretto, il pesce cavaliere, non soltanto per le sue caratteristiche morfologiche , ovvero quella spada acuminata che altro non è che l’eccessivo sviluppo in lunghezza della sua mascella, ma anche per il suo spirito combattente e la fedeltà che in vita e sui mari mostra alla sua compagna. È diffuso e pescato in particolar modo nei mari caldi siciliani, ma la sua pesca, un tempo esclusiva prerogativa dei pescatori del messinese, ha origini antichissime, essendo stata praticata da popoli quali fenici, romani e greci. “I pescatori messinesi cercano, osservano, rincorrono il pesce spada. La flotta è composta da due barche, la feluca e il luntro. La feluca è caratterizzata da un albero di 20 metri posizionato al centro della coperta, sul quale sta un pescatore che dall’alto cerca di avvistare la preda. La seconda, il luntro, può essere considerata la barca d’attacco, sulla quale sta un pescatore che spettacolarmente lancerà un arpione da un ponte di circa tre metri, posizionato a prua. Tutto a remi, senza inquinare e senza disturbare la fauna marina”. Gli involtini di pesce spada alla messinese rappresentano quasi un sunto dello spirito culinario dell’Isola, poiché utilizzano e mescolano ingredienti, profumi e sapori della natura e della storia dei siciliani di ogni epoca. Il gusto fresco del pesce spada viene in questa particolare ricetta esaltato e ulteriormente insaporito dall’accostamento con alimenti che potrebbero essere definiti, come d’altronde la maggior parte degli ingredienti utilizzati da sempre nella gastronomia siciliana, “poveri”, ovvero semplici, facilmente reperibili e subito riconoscibili, propensi a creare piatti né stravaganti né complicati, ma ad ogni modo estremamente sfiziosi e al palato indimenticabili. Come per ogni piatto a Messina tutte le famiglie custodiscono una ricetta segreta a parer loro ” la migliore su tutte”!! Io non faccio differenza la mia ricetta , e stata tramandata dalla mia bisnonna a mia mamma, e il mio compito e’ quello di mantenere i sapori e i segreti invariati negli anni.

A sabato, Andrea!!!